Indagine al Molino Doppio!!!

L’edificio sito in Milano Via Bardolino 30 è anche conosciuto, in zona, come Molino Doppio. Fatto curioso! Come mai viene così chiamato se del mulino e delle sue ruote in giro non si vede neanche l’ombra? Forse un tempo però un mulino qui c’è veramente stato!

Poi, perché molino e non mulino, come si dice di solito?

E come mai, in piena campagna, anche se a due passi da Milano, incontriamo un palazzo abitativo così grande? Chi ha avuto la folle idea?

Può essere che dapprima il palazzo sia stato pensato per altri scopi, magari lavorativi?

E le guerre, sono passate anche di qui?

Pure il nome della strada su cui la casa si affaccia è particolare: Bardolino, come l’omonima località sul Lago di Garda? O piuttosto come l’omonimo vino? Come mai la strada porta questo nome?

Qui occorre indagare!!!

Ecco perché siamo partiti per questa emozionante avventura nel passato. Chissà se, tra documenti conservati all’Archivio Civico, all’Archivio di Stato, all’Archivio Diocesano, all’Archivio della Camera di Commercio, all’Archivio Militare, tra mappe dei catasti teresiano e lombardo-veneto, con la gentile collaborazione di vecchie guide e pubblicazioni che oggi si fanno trovare in Internet in formato digitale, riusciremo a ricostruire le vicende della nostra abitazione e i suoi mutamenti, risalendo all’indietro nel tempo? E fino a quando?

È andata abbastanza bene! Siamo arrivati alla metà del 1500! Ed allora qui c’era veramente un mulino, anzi un Molino!

Mulino? no, Molino!!

Notiamo infatti che nell’italiano di oggi “molino” (che sicuramente deriva dal tardo latino “molinum”, a sua volta derivato da “molere”, macinare) viene considerato corretto al pari di “mulino” e attualmente sembra prevalere l’uso di quest’ultimo termine, ma che i dizionari del passato, come pure la letteratura, hanno sempre rilevato un’oscillazione tra i due termini: in una zona prevaleva la variante “mulino”, in un’altra la variante “molino”.

Ne deduciamo che probabilmente nel milanese, durante il periodo di maggior diffusione dei mulini, era più diffusa la variante “molino”, come testimoniato dalla presenza nella città della Via Molino delle Armi, nome assegnato nel 1865 dal Consiglio Comunale in quanto in detta via era presente un mulino ad acqua destinato ad arrotare le armi, di cui la città era rinomata produttrice e come testimoniato anche dalla presenza della fermata “Molino Dorino” sulla linea Metropolitana 1, fermata che ha preso il nome dal vicinissimo mulino così chiamato, che ha lavorato ad acqua fino agli Anni Sessanta e che conserva ancora oggi al suo interno macine e attrezzature varie. Inoltre in tutti i documenti trovati e analizzati viene sempre riportato Molino Doppio come tutti gli altri “molini” della zona, dunque chiameremo il nostro edificio col suo nome originale: “Molino Doppio”.

Sciolto il primo enigma, andiamo a scoprire i risultati della nostra indagine nelle otto schede che seguono e che, pur con inevitabili lacune, ci permetteranno di sapere qualcosa di più sulla casa e di venire a conoscenza di qualche curiosità!

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